26 luglio 2008
Lodo Alfano. Il giudizio universale
Da sempre a sinistra il manifestare ha un sapore particolare. Si, perché secondo una concezione ben radicata nei suoi militanti, la piazza, è un concetto veramente left. Vi è un’attrazione fatale per le manifestazioni nazionalpopolari, che sfuggono a quell’ortodossia - come scrive Andrea Romano – in cui per anni la sinistra di “lotta e di governo” si è riconosciuta. Perché se il popolo della sinistra ha questa attrazione, i suoi dirigenti, storicamente, soffrono tutto coloro che sfugge al loro assoluto controllo. Pd malato geneticamente, quindi? Forse, ma non c’è problema. A curare i mali della democrazia, ridotta ad un cumulo di macerie per colpa di manifestazioni, intelighenzie, magistratura e via dicendo, ci pensa il Cavaliere! Lo ha già annunciato. Nessun ritorno ad un ruolo centrale ed autorevole del parlamento, nessuna legge senza sbarramenti che non siano del 7 – 8 % , nessuna preferenza o maggior uso dell’istituto referendario, neanche consultivo, o astrusi meccanismi vari. Basta lui. Non per pessimismo cosmico, né per sfiducia preventiva ed ideologica nei confronti del Presidente del Consiglio. Ma quanto tempo ci vorrà? Forse è meglio che predisponga un bel decreto per bloccare il giorno del giudizio universale. Tanto siamo sicuri, tra gli insulti di Di Pietro, Grillo e Guzzanti & Co, i distinguo di Casini e l’ostruzionismo costruttivo targato Pd, il decreto passerà. Errori formali permettendo. Infondo, è più facile fare questo che mettere d’accordo Brunetta e Tremonti.
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