16 maggio 2008

LABORATORIO LIBERALE E SOCIALISTA PER LA SOCIETA’ APERTA

da FORUM 2 DI CRITICA LIBERALE: “Dopo il diluvio: democrazia liberale o democrazia simulata

In questo Parlamento è venuta meno ogni voce critica; la minoranza, ridotta sostanzialmente al PD ed ai suoi satelliti, non appare possedere le risorse culturali e politiche adeguate a metterla in grado di svolgere una vera opposizione al disegno già annunciato di completare la trasformazione della democrazia rappresentativa in oligarchia, con il conforto di una legge elettorale che confermi i tratti peggiori del sistema vigente e di modifiche costituzionali che riducano i poteri del Parlamento ed istituzionalizzino il leaderismo.

Il PD ha, volutamente, messo la sordina su tutto ciò che, suonando come una sfida a Berlusconi, potesse qualificarlo come l’espressione di una cultura laica, liberale, laburista, europea; conflitto d’interessi, leggi ad personam, informazione, funzionamento della democrazia, laicità, diritti, sono stati i grandi assenti di questa campagna elettorale, e non sarà il governo delle ombre a poterli riesumare tardivamente.

Agli elettori, oltre che aver sottratto il diritto di scegliere i propri rappresentanti, è stato anche sottratto il diritto di scegliere tra concezioni e proposte diverse della vita politica, delle istituzioni, della società, dei diritti individuali.

Opporsi a questo stato di cose richiede una nuova forza di sinistra, che deve partire dalla constatazione degli insuccessi elettorali per affrontare le questioni ineludibili della democrazia, della libertà e dell’equità in rapporto alla modernità ed alle trasformazioni della società italiana.

Connotati di questa sinistra sono la laicità, l’apertura della società e dell’economia, il merito e l’equità, la difesa di una democrazia rappresentativa e partecipata dall’oligarchia e dal populismo, la tutela delle differenze e dei diritti individuali e civili, la visione europea. La sinistra moderna, nelle cose di questo mondo, non ha altro criterio e strumento che l’uso critico ed empirico della ragione umana, nella convinzione che dai dogmi terreni e ultraterreni non derivino altre conseguenze che l’illibertà e l’ingiustizia: essa è criticamente ottimista sul futuro dell’umanità. Le sue radici culturali si trovano nel liberalismo come teoria critica ed empirica della realtà; nelle esperienze sociali del socialismo empirico, democratico, e riformista; nella tradizione del pensiero democratico.

L’obbiettivo, su tempi necessariamente non brevi, è quello di assicurare la presenza di questa voce nel Paese ed in Parlamento, quale che sia la futura legge elettorale, in una duplice convinzione: I- che il risultato del voto del 14 Aprile non significa che non vi sia spazio per questa presenza, dal momento che agli elettori non è stato proposto nulla che andasse compiutamente in questa direzione. II- che la capacità di rappresentare questi ragionamenti offre possibilità di relazione e confronto con le altre forze politiche del centrosinistra e della sinistra tali da aumentarne l’influenza politica rispetto al semplice dato numerico.

Questa opera richiede un lavoro di elaborazione culturale, di organizzazione culturale, e politico: non può limitarsi a mettere insieme le schegge di antichi partiti dell’area laica e socialista, nella somma di nostalgie e di metodi notabilari di lavoro politico. Le aggregazioni vanno trovate sulle convergenze e sulle capacità di oggi, e non a partire dalle identità di ieri, per quanto si possa immaginare di ricollegarle.

Vanno individuati metodi nuovi di lavoro politico, che partono dalla definizione e dall’approfondimento delle battaglie ritenute necessarie e dalla ricerca, nella cultura, nella politica, nei corpi intermedi della società, e nel Paese, di tutte le possibili convergenze ed iniziative utili a portarle avanti. La tutela dei diritti individuali, la battaglia per il pluralismo e la libertà d’informazione, il funzionamento della democrazia, la liberalizzazione dell’economia da protezionismi, corporazioni e monopoli, la scuola pubblica e di qualità per tutti, la difesa della concezione laica e liberale dello Stato, appaiono come le questioni più urgenti sulle quali occorre impegnarsi.

A questo scopo, proponiamo la costituzione del “Laboratorio liberale e socialista per la società aperta”, come un’iniziativa politica che ha il suo punto di avvio nella convergenza e nella messa in comune di potenzialità culturali, riferimenti politici, strutture, ed iniziative politiche e culturali di tutti i gruppi e movimenti politici, associazioni, fondazioni, circoli, privati cittadini, che condividano e siano disponibili ad operare per il progetto di costruzione della nuova sinistra, laica, liberale, democratica, socialista.

L’adesione al “Laboratorio liberale e socialista per la società aperta” non comporta rinunzia all’individualità politica, e tantomeno delega di rappresentanza, ma comporta l’impegno a condividere e collegare le iniziative e le attività comuni.

“Laboratorio” sottolinea il significato di luogo di ricerca empirica e di prassi politica che riteniamo necessario affidare all’iniziativa; “liberale e socialista” indica le matrici di cultura politica che la ispirano, alle quali sono riconducibili i processi che hanno portato in Europa allo sviluppo delle grandi democrazie, e che hanno, in Italia, improntato le esperienze liberaldemocratiche, repubblicane, del riformismo socialista, liberalsocialiste, azioniste, dei movimenti per i diritti civili, dell’ambientalismo; ”società aperta” indica la concezione dinamica, competitiva e libera dei rapporti sociali, che solo nella democrazia rappresentativa possono trovare libertà di espressione politica.

Pubblicato da I Socialisti Autonomisti Catanesi |  
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